Serotonina di Houellebecq: lo stress uccide

Ancora un tassello di “Houellebecq economista” per raccontare “il suicidio dell’Occidente”.
L’ultimo romanzo dello scrittore francese, intitolato Serotonina, ha come protagonista il quarantaseienne Florent-Claude Labrouste, “particella elementare” della società economicista che cela, dietro la presunta autonomia dell’individualismo, il metodo della lotta contro il prossimo, in applicazione del dogma della concorrenza.

Serotonina di Houellebecq
Pillole – antidepressivi

Nel prologo Florent si rivolge direttamente al lettore, avvisandolo che sta per leggere il “libro” in cui racconta ciò che gli è accaduto a partire dalla fine degli anni 2010. Gli eventi hanno inizio quando ancora Florent lavora come funzionario del Ministero dell’Agricoltura francese.

Non ne può più degli insuccessi inanellati dalle sue analisi, lodate dai superiori, ma glissate dai negoziatori nazionali ed europei per assecondare il libero mercato e la crescita della produttività. Al mondo non c’è posto per le idee di chi propone misure a tutela dei produttori locali per proteggerli dal mostro della globalizzazione, e una politica agraria più giusta e sostenibile. Il senso di impotenza interiorizzato da Florent in anni di lavoro inutile ha confermato la sua inadeguatezza rispetto alla società in cui è nato, dalla quale non è riuscito ad ottenere nemmeno una vita sentimentale piena e soddisfacente. Perciò vivacchia in uno stato di prostrazione dal quale non riesce a riaversi. Ne risentono la sua carica vitale e la sua libido, già messa a dura prova dalla vicinanza di Yuzu, compagna nipponica più piccola di vent’anni, verso la quale oramai prova una repulsione irreversibile.

La scoperta delle perversioni sessuali a cui è dedita la ninfetta dagli occhi a mandorla fa traboccare il vaso. Florent taglia i ponti con la ragazza e con il suo lavoro, contando sulla cospicua eredità di famiglia. Va a vivere in un hotel dove sono ancora ammessi i fumatori. Poi decide di affrontare il malessere che si porta dentro rivolgendosi al primo medico di base trovato su Internet, il quale gli prescrive con estrema superficialità il Captorix, un antidepressivo che aumenta la produzione di serotonina, l’ormone della felicità, provocando la diminuzione dell’impulso sessuale.

Serotonina di Houellebecq
Houellebecq Serotonina – Fonte: lanavediteseo.eu

La «compressa bianca, ovale, divisibile» monopolizza la sua esistenza senza dargli un vero sollievo, ma solo la sensazione illusoria che sofferenza e stanchezza siano passeggere, contingenti, anziché definitive e ineluttabili.

Con questa percezione ovattata di se sesso, Florent comincia un pellegrinaggio tra alberghi e case in affitto alla ricerca delle persone amate, assieme ai ricordi di un passato felice e alle considerazioni funeste su quello che ha imparato del mondo, dopo aver lavorato alla Monsanto, nella «task force» che voleva commercializzare all’estero i formaggi della Normandia e per il ministero. Forse cerca un appiglio a cui aggrapparsi per cercare scampo.

Tra un viaggio e l’altro, tra un incontro e l’altro, impiega il suo tempo mangiando leccornie con insaziabile appetito, guardando la televisione che trova sempre più noiosa e prevedibile, leggendo con sommo godimento e ossessiva lentezza “Le anime morte” di Gogol. Una citazione premeditata.

Se il genio russo, evocando tanti personaggi periferici, volle raccontare vizi e difetti del suo popolo, Houellebecq, tramite Florent, evoca non solo la classe madia, ma interi popoli e nazioni, raccontando il collasso di un sistema sovranazionale. Se Gogol riuscì a raccontare la “poslost universale” dell’Ottocento, quella “meschinità autosoddisfatta, morale e spirituale” – come la definisce D. P. Mirskij, – che caratterizzava padroni, servi e burocrati, Houellebcq riesce a raccontare il fallimento dell’intero Occidente, prigioniero della forma capitalista.

Florent incontrerà Claire, vecchia fiamma imbruttita dai rotoli di grasso e dal couperose, che ha abbandonato le sue ambizioni di attrice, per guadagnarsi da vivere con un laboratorio teatrale organizzato dal collocamento per ridare fiducia ai disoccupati. Andrà a trovare Aymeric, amico di università, addolorato per la separazione dalla moglie e dai figli, e prossimo al fallimento della sua azienda zootecnica, assieme ai colleghi allevatori della Normandia. In fine cercherà Claire, il grande amore della sua vita. Ma riuscirà solo a spiarla da lontano, mentre vive la sua vita di madre nubile e veterinaria, senza mai trovare la forza di avvicinarla.

Serotonina di Houellebecq
Michel Houellebecq

Così, ormai certo che le occasioni di felicità siano terminate, Florent raggiunge lo studio dell’empatico dottor Azote perché il Captorix sta finendo. E qui, grazie all’aiuto del medico, riesce a dare un nome al male che si porta dentro e che lo spinge a ingerire dosi massicce di antidepressivo. La diagnosi del dottor Azote è inaspettata quanto sorprendente: Florent sta producendo una quantità sbalorditiva di cortisolo, l’ormone della stress. E vista la sua lontananza da quelle attività quotidiane, come il lavoro e la genitorialità, che generano preoccupazioni e tensioni, il valore anomalo di cortisolo ha una sola spiegazione: Florent sta morendo di tristezza. È come se si stesse consumando dall’interno, per il proprio fallimento personale e quello del mondo in cui ha vissuto, troppo complesso, troppo feroce per un animo sensibile come il suo. Una rivelazione che lo convince a portare a termine la propria autodistruzione, e a regalare a noi «miserabili» il suo libro, un messaggio esplicito, l’unico mezzo,forse, per impedire che in un futuro prossimo lo stress ci uccida tutti.

Riproduzione riservata 

Testo di Michele Lamonaca

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