Il 2050

Domenica mattina ho letto della navicella di Elon Musk che sarà spedita nello spazio con a bordo due astronauti della Nasa. Poi, in tarda serata, ho scoperto che Sky Sport stava mandando in onda la finale dell’eEuro 2020 di Pes. Il torneo giocato su console è stato organizzato dall’Uefa e hanno partecipato tutte le 55 federazioni ad essa affiliate.

Lo scontro tra Italia e Serbia era al meglio delle cinque partite. Da appassionato di calcio, in crisi d’astinenza a causa del Coronavirus, non ho resistito alla tentazione di uno scontro fresco di giornata, del quale ignoravo l’esito nonostante la differita. L’amore patriottico per la maglia azzurra, il titolo in gioco e la telecronaca appassionata dei due commentatori mi hanno incollato al televisore fino alla vittoria dell’Italia per 3-1.

“Un momento storico” per il mondo dell’efoot, hanno sottolineato nei commenti. Ma io ho avuto l’impressione che fosse molto di più. La trasmissione è andata in onda su uno dei canali sportivi più importanti e seguiti del nostro Paese, un canale tematico che conta milioni di abbonati. Una consacrazione delle competizioni videoludiche dedicate al Calcio, che adesso hanno acquisito il diritto di comparire in televisione. Più in generale l’eMondo degli eSport travalica l’ecosistema originario che è il web e compie un passo in avanti nella conquista di spazi sui mass media tradizionali e nei cuori degli appassionati.

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Finale eEuro 2020 di Pes su Sky

La Nasa ha deciso di ridurre costi e rischi delle missioni spaziali acquistando dalla compagnia Space X di Elon Musk il servizio di trasporto dei suoi due astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale. Causa maltempo, il lancio della navicella Crew Dragon dalla piattaforma 39a del kennedy Space Center, in programma mercoledì scorso, è stato rinviato a sabato 30 maggio.

Il multimiliardario Elon Musk non è l’unico privato ad aver intravisto nella commercializzazione dei viaggi spaziali la prossima frontiera dei grandi ricavi. Assieme al fondatore di Tesla e PayPal ci sono anche il colosso aerospaziale Boeing, che ha costruito l’astronave Starliner con l’intenzione di inserirsi al più presto nel mercato del servizio navetta per astronauti. Poi ci sono anche la Blue Origin, fondata dal Ceo di Amazon Jeff Bezos; la Virgin Orbit fondata da Richard Branson e altri ancora. I dirigenti delle multinazionali hanno fiutato la possibilità di fare affari d’oro e stanno approntando piani spaziali commerciali per trasportare nella volta celeste uomini, satelliti e sonde.

Elon Musk rimane il più ambizioso. Ha infatti annunciato il progetto che prevede la colonizzazione di Marte mediante la costruzione in serie dell’astronave Starship, che entro il 2050 dovrebbe portare sul pianeta rosso 1 milione di persone.

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Crew Dragon – Fonte: focustech.it

 

Fantascienza

Nel 2050 la normalità è girare in mascherina, rispettare il distanziamento sociale, vivere la quarantena se positivi e farsi tracciare negli spostamenti fuori di casa.

Trent’anni prima, l’efficacia dei nuovi farmaci contro la Covid-19 bastò ad anestetizzare le coscienze e a smorzare le voci di chi chiedeva il grande cambiamento. Il vaccino non fu più realizzato.

“Quando finiremo di preoccuparci per questa, dovremo già preoccuparci della prossima”, disse all’epoca il giornalista David Quammen, a proposito delle pandemie. Il monito rimase inascoltato. Gli uomini continuarono a produrre e a consumare, commettendo gli stessi errori.

Altri ecosistemi vergini furono saccheggiati, innescando altri salti di specie, altre zoonosi, nonostante l’allarme ripetuto degli scienziati. E gli uomini, con il tempo, si sono rassegnati a convivere con le malattie virali.

Neuromante – Fonte: fragmentsofahologramdystopia.wordpress.com

Lo Sport è stato sostituito dall’eSport. Miliardi di appassionati e tifosi, dopo aver detto addio agli stadi e ai palazzetti, si sono adagiati sui divani di casa per assistere a partite virtuali di calcio, di basket, di tennis e di qualunque altra disciplina. Adesso incitano i simulacri disegnati in 3D degli eroi che un tempo infervoravano le folle. Fin da piccoli imparano ad amare le stelle del joypad con lo stesso fervore che un tempo era riservato ai grandi atleti.

Dai tempi del Coronavirus, sulla Terra si respira un’aria da funerale. Così, nel 2041, i ricchi scelsero il buon ritiro delle stazioni spaziali ultra lusso Albert1, Albert2 ed Albert3, approvvigionate dalla omologa GoodSpace. I ceo Albert Skin e Rodrigo Stick decisero che non era il caso di farsi concorrenza e da bravi soci in affari si spartirono compiti e guadagni. La santa alleanza permise il monopolio sui servizi spaziali che dura ancora oggi.

I clienti, una volta risultati negativi ai ceppi virali, si stabilirono sulle stazioni orbitanti. Da allora Albert Skin garantisce ai suoi ospiti sfarzo e riservatezza. Da lassù possono gestire i loro affari, conducendo una vita agiata e appartata, lontani dagli affanni terrestri. Rodrigo Stick provvede alla produzione e alla fornitura di tutte le merci, di primissima qualità.

Trilogia della Fondazione – Fonte: libri.pro

Albert Skin provò a raggiungere e a insediare colonie su Marte, ma il pianeta rosso ricacciò indietro le sue navicelle con la stessa facilità con la quale ci si libera di uno scarafaggio tirandogli una schicchera. Skin ama la fantascienza e Asimov. Fu un duro colpo per lui rinunciare alla fondazione del suo Impero Galattico. La sua ambizione, mortificata dalle forze del cosmo, virò su un progetto più commerciale. Cosa che non gli impedisce di gonfiare il petto in un moto di orgoglio ogni volta che guarda la Terra dalle ampie vetrate delle sue tre stazioni orbitanti.

Quando passeggia lungo i viali delle sue città galleggianti, quando ammira le magnifiche ville dei suoi clienti, quando accoglie la sede di una nuova compagnia, garantendole un regime fiscale paradisiaco, Skin si sente come un Tessier-Ashpool su Freeside.

Il fatto che sulle Stazioni Albert ogni sistema automatico possegga una propria intelligenza artificiale, dotata di sintetizzatore vocale, lo inebria. Tutto è a pagamento, con addebito diretto sul conto del cliente. Ma in omaggio a Ubik, Skin ha voluto mantenere il vezzo delle monetine per far funzionare i distributori di caffè, gli ascensori e le porte di ogni singola stanza. Scelta che una mattina gli si è ritorta contro.

Ubik – Fonte: meloleggo.it

Tutti i suoi dipendenti conoscono la storia del centesimo, perché quel giorno un addetto alla centrale video trafugò la registrazione e la condivise con i colleghi. Così capita spesso, nelle ore di buco, che si divertano a rivederla e a ragionarci su con mille congetture.

Quella mattina, dopo essersi lavato e vestito, infilando la mano nella tasca dei pantaloni, Skin si accorse di non avere monetine.

“Porta, apriti. Sono il padrone”, disse al congegno.
“Inserisci la monetina da un centesimo”, rispose la porta.
“Non ce l’ho! Apri, sono il padrone!”, urlò Skin.
Ma la porta non si scompose. “Che razza di padrone sei, se non hai un centesimo?”

L’uomo, scuro in volto, si andò a sedere sul letto e non disse più una parola. Rimase a fissare il pavimento immerso in chissà quali ragionamenti, senza chiedere aiuto. Forse stava pensando a Joe Chip. La scena, nella sua immobilità, andò avanti ancora per parecchio, fino a quando, allarmati dalla sua assenza, i tecnici non svitarono bullone per bullone la porta intelligente.

Testo di Michele Lamonaca

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