Thomas Pynchon, L’incanto del lotto 49 e l’entropia dell’America

Impossibile riassumere la trama del suo secondo romanzo, L’incanto del lotto 49, perché Thomas Pynchon elegge come suo principio creativo l’entropia. E mai come in questo caso, si ha l’impressione folgorante di trovarsi difronte alle pagine di un autore che possiede il talento per governare le leggi del caos.

L'incanto del lotto 49
Simbolo di Tristero

L’incanto del lotto 49: entropia del Sogno Americano

In meccanica statistica individua la grandezza che esprime il disordine presente in un sistema fisico, da una semplice radio a transistor all’universo. La parola entropia ossessiona l’inventore pazzo John Nefastis, il quale crede di aver inventato una macchina capace di creare energia dal nulla violando la Seconda Legge della Termodinamica. La “Macchina di Nefastis” sfrutterebbe la scoperta immaginaria affibbiata da Pynchon al grande scienziato scozzese Clerk Maxwell, il quale avrebbe scoperto una “minuscola intelligenza”, ribattezzata il “Diavoletto di Maxwell”, la quale una volta rinchiusa in una scatola vuota sarebbe in grado di separare le molecole d’aria lente da quelle veloci generando calore. Passaggio del libro che riassume il mondo altrettanto folle nel quale Oedipa Maas, la protagonista, viene trascinata dal suo ex amante Pierce Inverarity con il compito impossibile di riportare l’ordine.

Inverarity, magnate californiano del settore immobiliare, ha costruito un impero tentacolare. Dopo la sua morte, Oedipa scopre d’essere stata nominata esecutrice testamentaria dei suoi beni. Le avventure grottesche a cui va incontro sono figlie di un’immaginazione smodata e di una sbalorditiva cultura multidisciplinare, a cui Pynchon somma un periodare labirintico nel quale è facile perdere ogni riferimento iniziale. In questo caos fantasioso e affascinante, l’autore riesce a svelare con le parole quelle venature ineffabili della condizione umana costretta a subire l’imperio del benessere e del progresso a tutti i costi. Il risultato è una grandiosa parodia surreale dell’entropia celata dietro il sogno americano. In più, la complessità e la stratificazione cercate con esasperazione da Pynchon fanno del suo romanzo la parodia della stessa letteratura post-moderna di cui è egli stesso capostipite.

Oedipa è una borghese che vive tra le gentili colline della California. Ha bisogno d’ingannarsi dolcemente per dare un senso alla sua vita senza senso. Così recita la parte della “malinconica fanciulla finita prigioniera per magia tra i pini e le nebbie salmastre di Kinneret, in cerca di qualcuno che le dicesse: ehi, sciogliti la chioma“. Naturalmente Oedipa, frustrata e repressa, ricorre anche lei come tanti altri connazionali alle sedute consolatorie di psicoterapia. La lettera da cui apprende il suo nuovo e inaspettato ruolo di esecutrice testamentaira la strappa dalla confortevole alienazione del nido domestico, per scaraventarla nel mondo dove scopre di non essere l’unica a soffrire. Perché insoddisfazione, nevrosi e psicosi sono il comun denominatore di tutte le persone che incrocia nel corso della sua misteriosa avventura.

L'incanto del Lotto 49
New York

Quello americano – come ci racconta Pynchon – è un sistema che conduce alla pazzia.
I personaggi del romanzo, qualunque ruolo occupino nella società, sfuggono a ogni definizione, si muovono sulla scia di personalità caricaturali, contribuendo a velare il testo di ulteriori connotati stranianti. Arrivata a San Narciso, città in cui Inverarity ha fondato il suo impero, Oedipa scopre nel lotto 49 della raccolta di francobolli del suo ex amante le prime tracce di un’organizzazione segreta. Si intestardisce e vuol vederci chiaro. E così la sua esperienza da esecutrice testamentaria si trasforma in un ibrido a metà fra il thriller e il genere spionistico, in un succedersi di complotti, pedinamenti, inseguimenti e rivelazioni. Oedipa vuol scoprire se esiste davvero il Tristero, una rete di comunicazione clandestina risalente al medioevo e invischiata nelle lotte contro il sistema postale del Sacro Romano Impero, controllato dalla famiglia tedesca dei Thurn und Taxis.

Seguendo il simbolo della presunta organizzazione segreta, un corno a un solo cerchio, incontra presunti clienti e galoppini di Tristero e scopre la possibilità che il sistema, una volta sbarcato negli Stati Uniti, sia riuscito a diffondersi in maniera capillare. La consenguenza è che un numero enorme di cittadini americani sceglie ogni giorno, deliberatamente, di non servirsi del servizio postale Usa. Non per tradimento o sfida nei confronti dello Stato, ma semplicemente per staccarsi dalla vita repubblicana e dalla sue istituzioni, sentendosi ignorati o privati dei loro diritti. Un modo silenzioso e indipendente di rifiutare il sistema,  affidando a Tristero le missive contenenti la verità e ciò che viene pubblicamente condannato. Pynchon riconosce nel sistema americano una forma di asservimento da cui è impossibile sfuggire e attraverso la finzione letteraria escogita un modo non violento per cercare la salvezza.

Un mondo da cui fuggire

L’America è identica al finto dramma che Pynchon attribuisce al mai esistito scrittore inglese del Seicento, Richard Wharfinger. La Tragedia del Corriere è la parodia dell’Amleto di Shakespear, vero maestro dell’età giacobita. Oedipa, finisce in un piccolo teatro pieno a metà dove va in scena la storia ambientata nell’Italia del XVII secolo, ricca di intrighi, omicidi e gelosie. Oedipa ne viene risucchiata perché inconsciamente intuisce di trovarsi difronte allo stesso dramma in scena nel suo Paese e di cui lei stessa è protagonista inconsapevole. L’incanto del lotto 49 è stato pubblicato per la prima volta nel 1966. La Tragedia del Corriere ha la stessa coloritura preapocalittica delle guerra fredda con l’Unione Sovietica e dalla crisi dei missili di Cuba. I notabili del dramma di Wharfinger sono pervasi dalla stessa smania di morte del governo americano, insaziabile nonostante la Seconda Guerra Mondiale, e che continua a manifestarsi con la Guerra di Correa e la Guerra del Vietnam.

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Supermarket

I protagonisti del dramma giacobita rivelano la stessa patetica impreparazione dell’ipocrita middle class statunitense difronte alle proteste per i diritti civili degli afroamericani. Ma Pynchon non si ferma all’allegoria teatrale della Tragedia del Corriere. Gli intrighi di Tristero rievocano le angosce tardo-maccartiste degli anni ’60. Parla di psichiatria e droghe sintetiche come l’Lsd perché sono diventati prodotti di massa. Necessari per superare la corrosione dei sensi e della mente perpetrata giorno dopo giorno dal conformismo che è colorato unicamente dalla pubblicità e dai prodotti sugli scaffali dei supermercati. L’impero di Pierce Inverarity, che sembra combaciare con l’America intera per quanto è radicato in tutti i settori economici, adombra distopie capitaliste alla stregua degli azionisti, funzionari e rappresentanti della Yoyodine – gigante dell’industria aerospaziale, – i quali cantano inni aziendali e invocano nuovi appalti usando come base le canzoni del momento.

 

L’incanto del lotto 49: un’esperienza liminale

Oedipa Maas, nel nome e nei fatti versione parodiata dell’Edipo sofocleo, termina il suo viaggio nella casa d’aste dove il lotto 49, da cui è nato tutto, sta per essere venduto ad un offerente sconosciuto.
Scoprendo la sua vera identità, Oedipa spera di trovare le risposte su Tristero.

Risposte che il lettore non saprà mai perché L’incanto del lotto 49 è un inganno ben architettato, come la promessa di una vita completa e perfetta attraverso il consumo e l’accumulo. Da casalinga annoiata, intenta a cogliere basilico e maggiorana nel suo orto, a preparare whisky sour per suo marito Wendell “Mucho” Maas di ritorno dal lavoro, Oedipa si ritrova completamente sola. Sono tutti impazziti. Suo marito è diventato un’altro da quando dice d’aver trovato la pace con Lsd; il pofessor Hilarius, il suo analista, in preda ad una psicosi paranoide, convinto dell’arrivo degli israeliani, confessa i suoi esperimenti sulla pazzia indotta, eseguiti sugli ebrei di Buchenwald, e finisce in manicomio; il suo amante Metzenger, attore diventato avvocato, che avrebbe dovuto aiutarla a sbrigare il lavoro di esecutrice testamentaria, è fuggito con una ragazzina di 15 anni.

L'incanto del lotto 49
Labirinto

Sulla questione Tristero Oedipa non ha certezze ma solo ipotesi. Impossibile capire se esiste davvero, se si tratta di una sua paranoia o di un tranello tesogli da Pierce Invariarity. In realtà non è memmo sicura che Pierce sia morto. Però ha cominciato a prendere finalmente coscienza della realtà e la cosa le procura un profondo stato di malessere con nausee, incubi e mal di testa. Oedipa si trova difonte a un labirinto perché tutte le ipotesi sono plausibili e quindi incerte ed è ciò che rende grandioso il romanzo di Pynchon. Perché, oltre alla parodia dell’America, la lettura de L’incanto del lotto 49 rappresenta una vera e propria esperienza liminale.

Al lettore viene impedito l’uso delle sue conoscenze teoriche e pratiche per dare un senso al testo e gli viene servito su un piatto d’argento un momento di potenzialità pura. Un momento in cui riflettere sulla struttura dei valori e delle convinzioni usata fino a quel momento per rivederli in maniera costruttiva.

Testo di Michele Lamonaca

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